Il Neoclassicismo ha influenzato anche la musica della fine dell'Ottocento e del Novecento ed in particolare alcuni grandissimi compositori come Igor Stravinsky e Maurice Ravel.
I musicisti neoclassici, come gli altri artisti, volgono lo sguardo al passato, in particolare verso i moduli stilistici dell'eterno John Sebastian Bach, il maestro del barocco. Tale immersione nel felice passato è motivata anche da un rifiuto verso il romanticismo e l'estrema enfatizzazione del soggettivismo insita in esso.
La musica neoclassica torna, pertanto, all'essenzialità, alla purezza delle forme, lasciandosi alle proprie spalle i riferimenti alla letteratura ed alla filosofia che avevano connotato il tardo romanticismo espresso, ad esempio, nelle opere di Giuseppe Verdi e di Robert Schumann.
L'estetica neoclassica è stata animata da eccezionali musicisti che hanno operato a fine Ottocento e nella prima metà del Novecento. Tra i maggiori talenti citiamo il compositore e pianista Ferruccio Busoni, nato ad Empoli nel 1866, il quale teorizzò in diversi scritti lo stile neoclassico, un ponte tra le tradizioni del passato e le innovazioni del futuro.
Per diversi anni della sua vita aderì al neoclassicismo anche il russo Igor Stravinsky che, attorno agli anni Venti del Novecento, rinunciò alle grandi orchestre prediligendo esibizioni più raccolte e semplici, come accaduto con le opere Pulcinella (1919) e Ottetto (1923).
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